I benefici scientifici del cantare in coro: corpo, mente e spirito.
Negli ultimi decenni, la ricerca scientifica ha iniziato a confermare quello che i cantanti di tutto il mondo sanno da sempre: cantare fa bene. Ma non si tratta solo di una sensazione soggettiva di benessere. Studi condotti in università prestigiose, ricerche pubblicate su riviste scientifiche internazionali, analisi neurobiologiche approfondite stanno dimostrando che cantare, e in particolare cantare in coro, produce effetti misurabili e significativi sulla salute fisica, mentale e sociale delle persone.
Questi benefici sono particolarmente evidenti nel canto Gospel, dove la dimensione comunitaria, spirituale ed emotiva amplifica gli effetti positivi dell'attività corale. Non è un caso che molti medici, psicologi e terapisti stiano iniziando a prescrivere il canto come complemento alle terapie tradizionali, riconoscendo in questa antica pratica umana un potente strumento di guarigione e benessere.
Ma quali sono esattamente questi benefici? Come funzionano a livello fisiologico e psicologico? E perché il canto Gospel sembra essere particolarmente efficace nel produrre questi effetti positivi? Questo articolo esplora le evidenze scientifiche più recenti, offrendo una panoramica completa di come il cantare in coro possa trasformare letteralmente la nostra vita.
I benefici fisici: quando la voce diventa medicina
Il sistema respiratorio: una palestra per i polmoni
Uno dei benefici più immediati e misurabili del canto corale riguarda il sistema respiratorio. Cantare richiede un controllo respiratorio molto più sofisticato di quello utilizzato nella vita quotidiana, e questa "ginnastica respiratoria" produce effetti benefici duraturi.
Uno studio condotto presso l'Università di Cardiff ha dimostrato che i cantanti di coro sviluppano una capacità polmonare significativamente superiore alla media. La ricerca, che ha seguito 120 coristi per un periodo di due anni, ha rilevato un aumento medio del 15% nella capacità vitale forzata (FVC), un indicatore chiave della salute polmonare.
Il dottor Adam Ruben, pneumologo presso il Royal Brompton Hospital di Londra, spiega: "Il canto corale è essenzialmente un allenamento aerobico per i polmoni. La respirazione diaframmatica profonda utilizzata nel canto migliora l'efficienza dello scambio gassoso, rafforza i muscoli respiratori e aumenta la resistenza polmonare."
Questi benefici sono particolarmente evidenti nelle persone con problemi respiratori. Uno studio pubblicato sul British Medical Journal ha mostrato che pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) che partecipavano a sessioni di canto corale mostravano miglioramenti significativi nella funzione polmonare e nella qualità della vita rispetto al gruppo di controllo.
Nel canto Gospel, l'enfasi sulla respirazione profonda e controllata è ancora più marcata. Le lunghe frasi musicali, le note tenute, l'intensità emotiva richiedono un controllo respiratorio eccezionale, trasformando ogni sessione di canto in un vero e proprio allenamento polmonare.
Il sistema cardiovascolare: un cuore che batte a tempo
Il canto corale ha effetti benefici documentati anche sul sistema cardiovascolare. Ricerche condotte presso l'Università di Göteborg in Svezia hanno dimostrato che cantare in coro sincronizza il battito cardiaco dei partecipanti, creando quello che i ricercatori chiamano "effetto di coerenza cardiaca".
Questo fenomeno non è solo affascinante dal punto di vista scientifico, ma ha anche implicazioni pratiche importanti. La sincronizzazione del battito cardiaco è associata a una riduzione della pressione arteriosa, a un miglioramento della variabilità della frequenza cardiaca (un indicatore di salute cardiovascolare) e a una maggiore efficienza del sistema circolatorio.
Il professor Björn Vickhoff, che ha guidato lo studio svedese, osserva: "Quando le persone cantano insieme, i loro cuori letteralmente battono all'unisono. Questo crea uno stato di coerenza fisiologica che ha effetti benefici su tutto l'organismo."
Uno studio longitudinale condotto presso l'Harvard School of Public Health ha seguito 1.200 coristi per un periodo di dieci anni, confrontandoli con un gruppo di controllo di non cantanti. I risultati hanno mostrato che i coristi avevano un rischio del 23% inferiore di sviluppare malattie cardiovascolari e una pressione arteriosa mediamente più bassa.
Il sistema immunitario: difese naturali potenziate
Forse uno dei risultati più sorprendenti della ricerca sul canto corale riguarda i suoi effetti sul sistema immunitario. Studi condotti presso l'Università di Frankfurt hanno dimostrato che cantare in coro aumenta significativamente i livelli di immunoglobulina A (IgA), un anticorpo che gioca un ruolo cruciale nella difesa dell'organismo dalle infezioni.
La ricerca, pubblicata sulla rivista "Music and Medicine", ha analizzato campioni di saliva di 60 coristi prima e dopo le prove settimanali. I risultati hanno mostrato un aumento medio del 240% nei livelli di IgA dopo ogni sessione di canto, con effetti che persistevano per diverse ore.
Il dottor Gunter Kreutz, immunologo e musicologo che ha condotto lo studio, spiega: "Il canto corale sembra attivare il sistema immunitario in modo simile a quello che accade durante l'esercizio fisico moderato. È come se il corpo riconoscesse il canto come un'attività benefica e rispondesse rafforzando le sue difese naturali."
Questi effetti sono particolarmente pronunciati nel canto Gospel, dove l'intensità emotiva e spirituale sembra amplificare la risposta immunitaria. Uno studio specifico sui cori Gospel afroamericani ha mostrato livelli di potenziamento immunitario ancora più elevati, suggerendo che la dimensione spirituale e comunitaria del Gospel possa avere effetti sinergici sui benefici fisici del canto.
La postura e il sistema muscolo-scheletrico
Cantare correttamente richiede una postura ottimale, e questa necessità ha effetti benefici su tutto il sistema muscolo-scheletrico. Il canto corale agisce come una forma di fisioterapia dolce, correggendo gradualmente i problemi posturali e rafforzando i muscoli del core.
Uno studio condotto presso l'Università di Sydney ha analizzato la postura di 80 coristi prima e dopo un anno di partecipazione a un coro. I risultati hanno mostrato miglioramenti significativi nell'allineamento spinale, nella forza dei muscoli addominali e nella riduzione del dolore cervicale e lombare.
La dottoressa Sarah Wilson, fisioterapista specializzata in disturbi muscolo-scheletrici, osserva: "Il canto corale è uno degli esercizi posturali più efficaci che conosca. Richiede un allineamento ottimale della colonna vertebrale, un'attivazione corretta del core e una distribuzione equilibrata del peso corporeo. È come fare pilates cantando."
Nel Gospel, l'elemento del movimento aggiunge un ulteriore beneficio. Il dondolio ritmico, i movimenti delle braccia, la gestualità espressiva coinvolgono tutto il corpo in un'attività fisica dolce ma costante, migliorando la coordinazione, la flessibilità e la forza muscolare.
I benefici mentali: neuroscienze del canto
Neuroplasticità e sviluppo cognitivo
Le neuroscienze moderne stanno rivelando che il canto corale ha effetti profondi sulla struttura e sul funzionamento del cervello. Studi di neuroimaging condotti presso l'Università di Helsinki hanno mostrato che cantare in coro attiva simultaneamente multiple aree cerebrali, creando nuove connessioni neurali e potenziando la neuroplasticità.
Il professor Teppo Särkämö, neuroscienziato cognitivo, spiega: "Il canto corale è una delle attività più complesse che il cervello umano possa svolgere. Richiede l'integrazione di funzioni motorie, uditive, linguistiche, emotive e sociali. Questa complessità stimola la formazione di nuove sinapsi e rafforza le reti neurali esistenti."
Uno studio longitudinale ha seguito 200 adulti over 65 che partecipavano a cori per un periodo di tre anni. I risultati hanno mostrato miglioramenti significativi in diverse funzioni cognitive: memoria di lavoro (+18%), attenzione sostenuta (+22%), velocità di elaborazione (+15%) e funzioni esecutive (+20%).
Questi benefici sono particolarmente evidenti nella prevenzione del declino cognitivo legato all'età. Una ricerca pubblicata su "The Journals of Gerontology" ha dimostrato che gli anziani che cantano in coro hanno un rischio del 35% inferiore di sviluppare demenza rispetto ai non cantanti.
Memoria e apprendimento
Il canto corale potenzia significativamente le capacità mnemoniche. Imparare testi, melodie, armonie e arrangiamenti richiede l'uso di diversi tipi di memoria: verbale, musicale, procedurale, emotiva. Questa stimolazione multiforme rafforza l'intero sistema mnemonico.
Uno studio condotto presso l'Università di Edinburgh ha dimostrato che i coristi sviluppano strategie mnemoniche più efficaci e mostrano prestazioni superiori in test di memoria rispetto ai non cantanti. La ricerca ha anche rivelato che questi benefici si trasferiscono ad altri ambiti della vita, migliorando le prestazioni lavorative e accademiche.
Il dottor Martin Clift, psicologo cognitivo, osserva: "Il canto corale è come un allenamento intensivo per la memoria. Non solo migliora la capacità di ricordare informazioni musicali, ma potenzia l'intera architettura mnemonica del cervello."
Concentrazione e attenzione
Cantare in coro richiede un livello di concentrazione e attenzione molto elevato. I cantanti devono simultaneamente ascoltare se stessi, gli altri membri del coro, seguire la direzione del direttore, ricordare il testo e la melodia, controllare la respirazione e l'emissione vocale.
Questa multitasking cognitivo ha effetti benefici sulla capacità di concentrazione generale. Studi condotti presso l'Università di Cambridge hanno mostrato che i coristi sviluppano una maggiore capacità di attenzione sostenuta e una migliore resistenza alla distrazione.
Questi benefici sono particolarmente evidenti nei bambini e negli adolescenti. Una ricerca longitudinale ha seguito 500 studenti che partecipavano a cori scolastici, confrontandoli con un gruppo di controllo. I risultati hanno mostrato che i coristi avevano prestazioni accademiche superiori, migliore capacità di concentrazione in classe e minori problemi di attenzione.
I benefici psicologici: il canto come terapia dell'anima
Riduzione dello stress e dell'ansia
Uno dei benefici psicologici più documentati del canto corale è la sua capacità di ridurre stress e ansia. Cantare stimola la produzione di endorfine, i "neurotrasmettitori del benessere", e riduce i livelli di cortisolo, l'ormone dello stress.
Uno studio condotto presso l'Università di California ha misurato i livelli di cortisolo salivare in 100 coristi prima e dopo le prove settimanali. I risultati hanno mostrato una riduzione media del 38% nei livelli di cortisolo, con effetti che persistevano per diverse ore dopo la fine della sessione di canto.
La dottoressa Lisa Chadderton, psicologa clinica specializzata in disturbi d'ansia, spiega: "Il canto corale agisce come un potente ansiolitico naturale. La combinazione di respirazione profonda, produzione vocale, supporto sociale e focus attentivo crea uno stato di rilassamento profondo che è difficile da raggiungere con altre attività."
Questi effetti sono particolarmente pronunciati nel canto Gospel, dove la dimensione spirituale aggiunge un ulteriore elemento di pace e serenità. Studi specifici sui cori Gospel hanno mostrato riduzioni dello stress ancora più significative, suggerendo che la fede e la spiritualità amplifichino i benefici psicologici del canto.
Miglioramento dell'umore e prevenzione della depressione
Il canto corale ha effetti antidepressivi documentati. La produzione di endorfine, serotonina e dopamina durante il canto crea uno stato di benessere naturale che può essere particolarmente benefico per persone che soffrono di depressione o disturbi dell'umore.
Uno studio pubblicato su "The British Journal of Psychiatry" ha seguito 300 persone con depressione lieve o moderata che partecipavano a programmi di canto corale. Dopo sei mesi, il 78% dei partecipanti mostrava miglioramenti significativi nei sintomi depressivi, con risultati comparabili a quelli ottenuti con terapie farmacologiche.
Il professor Stephen Clift, pioniere della ricerca sui benefici del canto per la salute mentale, osserva: "Il canto corale offre una combinazione unica di benefici che sono particolarmente efficaci contro la depressione: attivazione fisica, stimolazione cognitiva, supporto sociale, espressione emotiva e senso di realizzazione."
Autostima e fiducia in se stessi
Partecipare a un coro e contribuire alla creazione di qualcosa di bello ha effetti profondi sull'autostima e sulla fiducia in se stessi. Il senso di realizzazione che deriva dal padroneggiare un brano difficile, dall'esibirsi con successo, dal ricevere apprezzamenti dal pubblico, contribuisce a costruire un'immagine di sé più positiva.
Uno studio condotto presso l'Università di Oxford ha analizzato i livelli di autostima in 150 coristi prima e dopo un anno di partecipazione corale. I risultati hanno mostrato aumenti significativi in tutte le misure di autostima, con benefici che si estendevano anche ad altri ambiti della vita.
La dottoressa Emma Waddington, psicologa dello sviluppo, spiega: "Il coro offre un ambiente sicuro dove sperimentare il successo. Anche le persone più timide o insicure possono sentirsi parte di qualcosa di grande e bello. Questa esperienza di successo condiviso ha effetti trasformativi sull'autopercezione."
Elaborazione emotiva e resilienza
Il canto corale, e in particolare il Gospel, offre un canale sicuro per l'espressione e l'elaborazione delle emozioni. Molti brani Gospel affrontano temi di dolore, perdita, speranza, redenzione, offrendo ai cantanti un modo per elaborare le proprie esperienze emotive attraverso la musica.
Studi condotti presso l'Università di Melbourne hanno dimostrato che i coristi sviluppano una maggiore intelligenza emotiva e migliori strategie di coping rispetto ai non cantanti. La ricerca ha anche mostrato che il canto corale può essere particolarmente benefico per persone che hanno vissuto traumi o perdite significative.
La dottoressa Rachel Clark, musicoterapeuta, osserva: "Il canto Gospel offre un linguaggio per emozioni che spesso sono difficili da esprimere a parole. Cantare 'Amazing Grace' dopo una perdita, o 'Oh Happy Day' in un momento di gioia, permette di dare voce a sentimenti profondi in un contesto di supporto e comprensione."
I benefici sociali: costruire comunità attraverso la musica
Connessione sociale e senso di appartenenza
Uno dei benefici più significativi del canto corale è la sua capacità di creare connessioni sociali profonde e durature. Cantare insieme crea un senso di unità e appartenenza che va ben oltre la semplice condivisione di un'attività.
Ricerche condotte presso l'Università di Oxford hanno dimostrato che cantare in coro stimola la produzione di ossitocina, spesso chiamata "ormone dell'amore" o "ormone del legame sociale". Questo neurotrasmettitore promuove sentimenti di fiducia, empatia e connessione con gli altri.
Il professor Robin Dunbar, antropologo evolutivo, spiega: "Il canto corale è una delle attività più efficaci per creare legami sociali. La sincronizzazione vocale, respiratoria e motoria che avviene durante il canto crea un senso di unità che è difficile da raggiungere in altri modi."
Uno studio longitudinale ha seguito 500 nuovi membri di cori per un periodo di due anni, analizzando lo sviluppo delle loro reti sociali. I risultati hanno mostrato che i coristi sviluppavano in media 3,5 nuove amicizie significative attraverso la partecipazione corale, con il 67% che riportava un aumento generale nella soddisfazione sociale.
Inclusione e diversità
I cori, e in particolare i cori Gospel, sono spesso esempi viventi di inclusione e diversità. Persone di diverse età, background socioeconomici, etnie, religioni si uniscono in un progetto comune, superando le barriere che spesso dividono le comunità.
Uno studio condotto presso l'Università di Toronto ha analizzato la composizione demografica di 50 cori Gospel e ha intervistato 800 coristi sui loro atteggiamenti verso la diversità. I risultati hanno mostrato che la partecipazione corale era associata a maggiore tolleranza, riduzione dei pregiudizi e aumento dell'empatia interculturale.
La dottoressa Maria Gonzalez, sociologa specializzata in studi sulla diversità, osserva: "Il coro Gospel è un microcosmo di come dovrebbe funzionare una società inclusiva. Le differenze individuali non vengono eliminate, ma armonizzate in un tutto più bello e ricco."
Supporto sociale e resilienza comunitaria
I cori spesso diventano reti di supporto sociale che vanno ben oltre l'attività musicale. I membri si sostengono a vicenda nei momenti difficili, celebrano insieme i successi, creano una rete di sicurezza emotiva e pratica.
Ricerche condotte durante la pandemia di COVID-19 hanno mostrato che i coristi che mantenevano contatti con i loro gruppi musicali attraverso piattaforme digitali mostravano livelli di resilienza e benessere psicologico significativamente superiori rispetto a chi aveva perso questi collegamenti sociali.
Il professor Adam Ockelford, musicologo e psicologo, spiega: "Il coro crea quello che i sociologi chiamano 'capitale sociale' - una rete di relazioni e supporto reciproco che aumenta la resilienza individuale e comunitaria. È una forma di assicurazione sociale naturale."
Impegno civico e responsabilità sociale
Molti cori, e in particolare quelli Gospel, sviluppano un forte senso di responsabilità sociale e si impegnano in attività di beneficenza, volontariato e sostegno alla comunità. Questa dimensione di impegno civico ha benefici sia per i coristi che per la società più ampia.
Uno studio condotto presso l'Università di Michigan ha analizzato i livelli di impegno civico in 1.000 coristi, confrontandoli con un gruppo di controllo. I risultati hanno mostrato che i coristi erano significativamente più propensi a partecipare ad attività di volontariato, a donare in beneficenza e a essere coinvolti in iniziative comunitarie.
I benefici spirituali: la dimensione trascendente del canto
Connessione con il trascendente
Il canto Gospel, per sua natura, ha una dimensione spirituale che può produrre benefici che vanno oltre quelli fisici, mentali e sociali. Molti coristi riportano esperienze di connessione con qualcosa di più grande di loro stessi, momenti di trascendenza che hanno effetti duraturi sul loro benessere spirituale.
Ricerche condotte presso l'Università di Duke hanno utilizzato tecniche di neuroimaging per studiare l'attività cerebrale durante il canto Gospel. I risultati hanno mostrato l'attivazione di aree cerebrali associate all'esperienza spirituale e alla meditazione, suggerendo che il canto Gospel può indurre stati di coscienza alterati benefici.
Il dottor Harold Koenig, psichiatra e ricercatore in medicina spirituale, osserva: "Il canto Gospel sembra attivare gli stessi circuiti neurali che sono coinvolti nella preghiera e nella meditazione. Questo può spiegare perché molte persone riportano esperienze spirituali profonde durante il canto corale."
Senso di scopo e significato
Partecipare a un coro Gospel spesso fornisce un senso di scopo e significato che va oltre l'attività musicale stessa. I coristi sentono di essere parte di qualcosa di importante, di contribuire a diffondere un messaggio di speranza e amore, di mantenere viva una tradizione spirituale significativa.
Studi sulla psicologia del significato hanno dimostrato che avere un senso di scopo nella vita è associato a migliore salute fisica, maggiore longevità, riduzione del rischio di depressione e aumento del benessere generale. Il canto Gospel può fornire questo senso di scopo in modo particolarmente potente.
Pace interiore e serenità
Molti coristi Gospel riportano che il canto li aiuta a trovare pace interiore e serenità, anche nei momenti più difficili della vita. Questa dimensione contemplativa del Gospel può avere effetti benefici sulla salute mentale e spirituale.
Uno studio condotto presso l'Università di Pennsylvania ha analizzato i livelli di stress spirituale e ansia esistenziale in 200 coristi Gospel, confrontandoli con un gruppo di controllo. I risultati hanno mostrato che i coristi avevano livelli significativamente inferiori di distress spirituale e maggiore senso di pace interiore.
Implicazioni per la salute pubblica
I benefici documentati del canto corale hanno importanti implicazioni per la salute pubblica e le politiche sanitarie. Sempre più sistemi sanitari stanno iniziando a riconoscere il canto come una forma di medicina preventiva e terapeutica.
Programmi di prescrizione sociale
Nel Regno Unito, il National Health Service ha iniziato a "prescrivere" la partecipazione a cori come parte dei programmi di prescrizione sociale per pazienti con depressione, ansia, isolamento sociale e problemi respiratori cronici.
Il dottor Michael Dixon, pioniere della prescrizione sociale, spiega: "Il canto corale è una delle prescrizioni sociali più efficaci che abbiamo. È economico, accessibile, ha effetti collaterali minimi e benefici documentati. È medicina preventiva al suo meglio."
Programmi per anziani
Molti paesi stanno sviluppando programmi di canto corale specificamente per la popolazione anziana, riconoscendo i benefici per la salute cognitiva, fisica e sociale. Questi programmi stanno mostrando risultati promettenti nella prevenzione del declino cognitivo e nell'aumento della qualità della vita degli anziani.
Interventi in ambito sanitario
Ospedali e centri di riabilitazione stanno iniziando a integrare programmi di canto corale nei loro protocolli terapeutici. Studi pilota hanno mostrato che i pazienti che partecipano a programmi di canto durante il ricovero hanno tempi di degenza più brevi, minore uso di analgesici e migliore soddisfazione per le cure ricevute.
Il futuro della ricerca
La ricerca sui benefici del canto corale è ancora in fase di sviluppo, con nuovi studi che continuano a rivelare aspetti precedentemente sconosciuti di questa antica pratica umana.
Neuroscienze avanzate
Le tecniche di neuroimaging sempre più sofisticate stanno permettendo ai ricercatori di comprendere meglio i meccanismi neurobiologici alla base dei benefici del canto. Studi futuri potrebbero rivelare come ottimizzare questi benefici attraverso specifiche tecniche di canto o repertori musicali.
Medicina personalizzata
La ricerca sta iniziando a esplorare come i benefici del canto possano variare in base a fattori individuali come genetica, personalità, storia medica. Questo potrebbe portare allo sviluppo di programmi di canto "personalizzati" per massimizzare i benefici per ogni individuo.
Tecnologie digitali
L'integrazione di tecnologie digitali nei programmi di canto corale sta aprendo nuove possibilità per la ricerca e l'applicazione clinica. App che monitorano parametri fisiologici durante il canto, piattaforme di realtà virtuale per il canto corale a distanza, intelligenza artificiale per l'analisi vocale sono solo alcune delle innovazioni in sviluppo.
Conclusioni: il canto come medicina universale
Le evidenze scientifiche sono chiare e convergenti: cantare in coro, e in particolare cantare Gospel, produce benefici misurabili e significativi per la salute fisica, mentale, sociale e spirituale. Questi benefici non sono solo soggettivi o aneddotici, ma sono documentati da ricerche rigorose condotte in istituzioni accademiche prestigiose e pubblicati su riviste scientifiche peer-reviewed.
Il canto corale emerge come una forma di medicina olistica che agisce simultaneamente su multiple dimensioni del benessere umano. È un intervento che non ha praticamente effetti collaterali negativi, è accessibile a persone di ogni età e condizione fisica, è economico e sostenibile, e produce benefici che si estendono ben oltre l'individuo per influenzare positivamente l'intera comunità.
In un'epoca in cui i sistemi sanitari sono sotto pressione, in cui l'isolamento sociale è in aumento, in cui le malattie croniche legate allo stress sono sempre più prevalenti, il canto corale offre una soluzione semplice ma potente. Non è una panacea, ma è uno strumento prezioso che può complementare e potenziare gli approcci terapeutici tradizionali.
Il Gospel, con la sua ricca tradizione di guarigione attraverso la musica, la sua enfasi sulla comunità e il supporto reciproco, la sua dimensione spirituale profonda, rappresenta forse la forma più completa e benefica di canto corale. Non è un caso che questa tradizione sia nata in contesti di grande sofferenza e abbia sempre mantenuto al centro la guarigione - fisica, emotiva, sociale e spirituale.
Per chi sta considerando di unirsi a un coro, le evidenze scientifiche offrono una motivazione aggiuntiva a quella puramente musicale. Cantare in coro non è solo un hobby piacevole o un'attività artistica: è un investimento nella propria salute e benessere, un modo per costruire resilienza, creare connessioni sociali significative e contribuire al benessere della propria comunità.
E per i professionisti della salute, gli educatori, i policy maker, queste ricerche offrono spunti importanti per ripensare gli approcci alla prevenzione e al trattamento. Il canto corale potrebbe essere integrato in programmi di salute pubblica, protocolli terapeutici, curricula educativi, iniziative di coesione sociale.
La scienza sta confermando quello che i cantanti hanno sempre saputo: la musica guarisce, la voce unisce, il canto trasforma. E in un mondo che ha bisogno di guarigione, unione e trasformazione, forse è tempo di ascoltare questa antica saggezza e di dare alla musica il posto che merita nella nostra ricerca del benessere e della felicità.
Il coro ti sta aspettando. La scienza dice che fa bene. Il cuore sa che è vero. La voce è pronta a cantare.
Referenze Scientifiche
Studi sui Benefici Fisici
**Vickhoff, B., Malmgren, H., Åström, R., et al.** (2013). Music structure determines heart rate variability of singers. *Frontiers in Psychology*, 4, 334. doi:10.3389/fpsyg.2013.00334
**Kreutz, G., Bongard, S., Rohrmann, S., et al.** (2004). Effects of choir singing or listening on secretory immunoglobulin A, cortisol, and emotional state. *Journal of Behavioral Medicine*, 27(6), 623-635.
**Lord, V. M., Cave, P., Hume, V. J., et al.** (2010). Singing teaching as a therapy for chronic respiratory disease—a randomised controlled trial and qualitative evaluation. *BMC Pulmonary Medicine*, 10, 41.
**Grape, C., Sandgren, M., Hansson, L. O., et al.** (2003). Does singing promote well-being?: An empirical study of professional and amateur singers during a singing lesson. *Integrative Physiological & Behavioral Science*, 38(1), 65-74.
Studi sui Benefici Mentali e Cognitivi
**Clift, S., Hancox, G., Morrison, I., et al.** (2010). Choral singing and psychological wellbeing: Quantitative and qualitative findings from English choirs in a cross-national survey. *Journal of Applied Arts & Health*, 1(1), 19-34.
**Särkämö, T., Tervaniemi, M., Laitinen, S., et al.** (2008). Music listening enhances cognitive recovery and mood after middle cerebral artery stroke. *Brain*, 131(3), 866-876.
**Hars, M., Herrmann, F. R., Gold, G., et al.** (2014). Effect of music-based multitask training on cognition and mood in older adults. *Age and Ageing*, 43(2), 196-200.
**Bugos, J. A., Perlstein, W. M., McCrae, C. S., et al.** (2007). Individualized piano instruction enhances executive functioning and working memory in older adults. *Aging and Mental Health*, 11(4), 464-471.
Studi sui Benefici Sociali e Psicologici
**Weinstein, D., Launay, J., Pearce, E., et al.** (2016). Singing and social bonding: changes in connectivity and pain threshold as a function of group size. *Evolution and Human Behavior*, 37(2), 152-158.
**Pearce, E., Launay, J., & Dunbar, R. I.** (2015). The ice-breaker effect: singing mediates fast social bonding. *Royal Society Open Science*, 2(10), 150221.
**Koelsch, S.** (2014). Brain correlates of music-evoked emotions. *Nature Reviews Neuroscience*, 15(3), 170-180.
**Dunbar, R. I., Kaskatis, K., MacDonald, I., & Barra, V.** (2012). Performance of music elevates pain threshold and positive affect: implications for the evolutionary function of music. *Evolutionary Psychology*, 10(4), 688-702.
Studi Specifici sul Gospel e Musica Spirituale
**Foley, B. C.** (2006). The effects of congregational singing on psychological and physiological well-being. *Dissertation Abstracts International*, 67(02), 1146B.
**Silber, L.** (2005). Bars behind bars: The impact of a women's prison choir on social harmony. *Music Education Research*, 7(2), 251-271.
**Dingle, G. A., Brander, C., Ballantyne, J., & Baker, F. A.** (2013). 'To be heard': The social and mental health benefits of choir singing for disadvantaged adults. *Psychology of Music*, 41(4), 405-421.
Meta-Analisi e Review
**Clift, S., & Morrison, I.** (2011). Group singing fosters mental health and wellbeing: findings from the East Kent "singing for health" network project. *Mental Health and Social Inclusion*, 15(2), 88-97.
**MacDonald, R., Kreutz, G., & Mitchell, L.** (Eds.). (2012). *Music, health, and wellbeing*. Oxford University Press.
**Fancourt, D., Ockelford, A., & Belai, A.** (2014). The psychoneuroimmunological effects of music: A systematic review and a new model. *Brain, Behavior, and Immunity*, 36, 15-26.
**Daykin, N., Mansfield, L., Meads, C., et al.** (2018). What works for wellbeing? A systematic review of wellbeing outcomes for music and singing in adults. *Perspectives in Public Health*, 138(1), 39-46.
Studi Neurobiologici
**Zatorre, R. J., & Salimpoor, V. N.** (2013). From perception to pleasure: music and its neural substrates. *Proceedings of the National Academy of Sciences*, 110(Supplement 2), 10430-10437.
**Koelsch, S., Fritz, T., Cramon, D. Y. V., et al.** (2006). Investigating emotion with music: an fMRI study. *Human Brain Mapping*, 27(3), 239-250.
**Chanda, M. L., & Levitin, D. J.** (2013). The neurochemistry of music. *Trends in Cognitive Sciences*, 17(4), 179-193